Bona nasce a Pisa verso il 1155 nel quartiere di Kinzica, quartiere arabo della città abitato da mercanti provenienti da tutto il mondo. Il padre Bernardo, mercante di origine orientale e la madre Berta di origine corsa ebbero una relazione dalla quale nacque Bona. Nel 1158 il padre si imbarca per un viaggio di mercanzia e torna in oriente dalla sua famiglia.

La bambina dall’età di tre anni è sola con la madre molto credente e sarà proprio lei che farà avvicinare Bona alla religiosità. Non abbiamo tracce certe di una frequentazione specifica di una canonica in particolare, ma si può ipotizzare che la bambina e la mamma facessero spola tra l’antica chiesa di San Salvatore, San Martino in Guazzolongo, l’attuale San Martino in Kinzica, a cui Bona legherà la sua vita come oblata e l’attuale chiesa di San Michele in Borgo attiva dal 1016 con l’ordine Benedettino e dedicata al culto di San Michele sin dalla fondazione, culto fortemente sentito in città. Questa chiesa passerà ai monaci Camaldolesi prima ed alle monache poi, conservando per lungo tempo i manoscritti originali dedicati alla Santa prima di tornare presso la canonica di San Martino.

Chiesa Fortezza di Saint Marie de la Mer

All’età di sette anni la bambina inizia un percorso mistico che l’accompagna per tutta vita. Gesù, Giacomo, Maria, Maria di Cleofa e Maria Salomè, appariranno alla Santa accompagnandola in tutti i suoi viaggi verso i santuari più importanti del Medioevo: a Roma, Monte Sant’Angelo e Compostela, santuari che le verranno indicati durante numerose visioni.

L’interesse e la devozione con cui per ben nove volte si mette in pellegrinaggio per Compostela, le viene trasmesso dalla madre che ben conosce il culto per San Giacomo e le Tre Marie. Bona, nei suoi otto viaggi via terra (per il nono la leggenda parla di un “trasferimento aereo”) non mancherà mai di passare anche per i luoghi dedicati al culto delle Tre Donne. In particolare presso Saint Marie de la Mer, luogo importante  sulle vie di pellegrinaggio.

All’età di dieci anni Gesù le apparve nuovamente chiedendole di seguirlo. Spinta dalla visione incontra l’Abate di San Martino che però non le concede di entrare nell’Ordine a causa della giovane età. Quindi parte alla volta della Terra Santa dove resterà per dieci anni.

Statua di San Michele su modello Garganico

In Terra Santa, Bona trova non poche difficoltà insieme all’ostilità da parte della famiglia di origine. Il padre Bernardo venuto a conoscenza che la figlia è vicina, prova a cercarla assieme ai tre fratellastri, uno dei quali è il patriarca di Gerusalemme. Lei fugge da loro durante tutti i dieci anni di permanenza ed in ultimo, dopo aver subito un rapimento e una ferita importante al costato, si rifugia da un eremita di nome Ubaldo che l’accetta come discepola e qui viene in contatto con la vita eremitica ed ascetica preparandola al percorso futuro che l’attende. 

Nel 1182 – 1183 Bona incontra per la prima volta i Monaci Eremiti Pulsanesi a Monte Sant’Angelo al ritorno dalla Terra Santa. Visita la grotta dell’Angelo, di cui era devota sin da piccola e vive negli Eremi presso l’Abbazia di Pulsano, dove è rimasta traccia della sua presenza. Al suo rientro a Pisa finalmente viene accettata come Oblata Agostiniana della Chiesa di San Martino. Le viene concessa una casa dell’Ordine, ma con molta diffidenza da parte dei canonici di San Martino e della città a causa del suo legame con la Congregazione dei Pulsanesi che regolarmente ospitava per cene organizzative e, ad onor del vero, anche gli stessi Scalzi erano in difficoltà ad uscire dalla sua dimora molto tardi la sera. Questi atteggiamenti di Bona portarono a gelosie tra i due ordini che perdurarono fino alla sua morte quando entrambi i gruppi si contesero il corpo. 

Gesù di Nazareth, icona del Sinai

La giovane donna aveva idee ben chiare. Voleva costruire una chiesa-monastero con ospitale annesso per i pellegrini e gli infermi e costruirlo con l’Ordine dei Pulsanesi a cui era legata per affetto e spiritualità. Così dopo aver pellegrinato tra Roma, il Gargano e Compostela fonda il Monastero Ospedale di San Jacopo de Podio (il Cammino di San Michele passa proprio davanti a questa chiesa attualmente in stato di deplorevole abbandono), posto a circa 4 km a nord di Pisa sulla strada di Pontasserchio che diviene da subito luogo di pellegrinaggio e di miracoli.

Chiesa di San Michele degli Scalzi, antica immagine

In una visione Gesù le appare lasciandole l’icona del Sacro Volto, la seconda volta si racconta che il suo cilicio di ferro sia trasformato in una croce su cui appare il suo sangue ed in ultimo, dal sacco di Costantinopoli del 1204, le arriva il braccio di San Giacomo, in realtà di San Giacomo Minore, reliquia comunque venerata.

Per il suo progetto Bona incarica Simone, Abate di San Michele degli Scalzi (e in quel momento anche di San Michele in Guamo vicino a Lucca) di occuparsi della fondazione del Monastero. Al termine dei lavori lei stessa impone padre Paolo come priore della chiesa creando non poco scompiglio nella comunità Pulsanese. Paolo non accetta volentieri l’incarico, dirà con ironia: “ha scelto proprio bene, Bona, chi deve essere sempre presente davanti al Santo” ma accetta, poi rinuncia, poi si trova in polemica con la comunità a causa dell’amministrazione e lascia, poi ci ripensa chiedendo perdono a Bona che lo considera ormai non degno di ricoprire tale ruolo. Troppo volubile ai suoi occhi non gli permette di restare a vivere in quel monastero obbligandolo a tornare a San Michele degli Scalzi come semplice padre spirituale. Resteranno sempre molto vicini tanto che i testi della vita di Bona vengono trascritti da padre Maurizio grazie ai racconti di Padre Paolo che le fu devoto per tutta la vita.

Madre spirituale

Bona avrà nella sua vita e nei suoi viaggi diversi incontri con il divino tanto che gli stessi Scalzi, così come tutta la città, la scelgono come madre spirituale e le riconoscono il dono della profezia, della conoscenza dei misteri divini, del futuro, della cura medica grazie ai fiori e alle erbe, ai sogni, alla capacità di guarire gli animi, tutte qualità che le valsero, già in vita,  odore di santità.

Nel 1207 decide di recarsi un’ultima volta a Santiago. L’Abate in carica di San Martino non è d’accordo per il suo stato di salute e l’affida a un cavaliere che l’accompagna con la promessa che al primo segno di affaticamento la riporti indietro. Giacomo, così si chiama, giura e partono quindi alla volta di Santiago. Appena pochi passi fuori dalle mura, giunti a San Jacopo de Podio, Bona convince Giacomo ad aspettare lì. Va dietro un boschetto dove poco dopo arriva San Giacomo che la prende e la porta in volo a Compostela, per l’ultima volta e in un’ora la riporta indietro, lasciandole tra le mani una conchiglia segno del pellegrinaggio avvenuto.

 

Chiesa di San Martino in Kinzica, Pisa

Bona muore a Pisa il 29 maggio del 1207 e viene sepolta nella chiesa di San Martino in Kinzica dove ancora riposa sotto l’altare maggiore. I devoti accorrono e le mettono anelli riconoscendole da subito il potere taumaturgico. La Santa secondo il processo fece otto miracoli: uno in vita a Roma di cui si sa poco e altri sette post mortem.

Assunzione di Santa Bona

Il 2 Marzo del 1962 Papa Giovanni XXIII la proclamò patrona delle Hostess e delle guide turistiche. La Santa è presente nel martirologio Romano e il suo simbolo è la lettera B e la Croce.

I pellegrinaggi di Bona sono spesso solitari e personali alla ricerca, nelle singole tappe, del contatto con il divino e con la vera spiritualità. Sarà di esempio come Santa Ubalda di una forma di pellegrinaggio libero e laico. Le due infatti si recheranno insieme sia a Roma che a Monte Sant’ Angelo.

Progetto di Santa Bona

 

Mappa di Pisa con le Chiese al tempo di San Ranieri – acquaforte A.Soli – XVII secolo

Nel 1180 c.a il progetto di Santa Bona e dei Monaci Pulsanesi vede la luce. La prima, intenzionata a sostenere i pellegrini in viaggio, i secondi decisi a sostenere Bona ed al tempo stesso intenti a promuovere la fama della Congregazione.

 

Il cenobio benedettino pulsanese di San Jacopo de Podio diviene una importante fondazione nella vita religiosa pisana grazie al culto decisamente vivo di San Jacopo e legato alla diffusione dei pellegrinaggi verso Compostela.

Indubbiamente l’arrivo della reliquia di San Jacopo Minore apporta ulteriore fama al cenobio già noto per i miracoli di Bona. Pisa nel XII secolo è un importante crocevia di cammini e ben nota per le preziose sante figure che in quel tempo abitano in città quali San Ranieri, Santa Ubalda e Santa Bona.

San Giacomo Minore

Dell’Ospitale fondato dalla Santa con l’aiuto dei Monaci Eremiti Scalzi non abbiamo notizie certe. A seguito dei problemi legati alla Congregazione e il conseguente abbandono da parte dei Monaci attraversa un progressivo e grave decadimento. Sappiamo che nel 1596 sono stati disposti lavori di restauro per non perdere un prezioso appoggio per i pellegrini e viene modificato l’impianto originario dividendo la chiesa nelle tre parti attuali. 

Nel 1748 l’Arcivescovo Guidi decide di aggregare San Jacopo con San Michele degli Scalzi e poco dopo il convento viene concesso al clero per gli esercizi spirituali mentre la chiesa fu concessa alle confraternite del SS.mo. Sacramento e di Sant’Antonio Abate. Nel 1855 un’epidemia di colera porta il convento ad essere trasformato in lazzaretto e destinato successivamente ad usi militari.

Dopo l’unità d’Italia e’ concesso alle Monache espulse da San Matteo per poi passare ai monaci provenienti dal vicino convento di Santa Croce in Fossabanda. Nel XIX secolo è succursale del seminario vescovile come alloggio per i  seminaristi .Dal 1974 è chiesa parrocchiale ed affidata agli Oblati di Maria Vergine. Durante gli ultimi scavi sotto la zona absidale sono state trovate sepolture e strutture medievali.