TOSCANA

Distanza 502 km

Salita
11521m

Discesa
12.220 m

Apice
1.105 m

Valle
0 m

Sentiero: 314,17km – Marciapiede: 16,3 km – Strada secondaria: 47,3 km – Strada: 118 km – Strada statale: 8,46 km

Il Cammino di San Michele in Toscana: un viaggio di scoperta all’interno della fascia costiera spesso in vista del Tirreno.

Il Cammino di San Michele in Toscana è un itinerario di media difficoltà che si snoda per circa 400 km tra i 30 e i 40 km all’interno della fascia costiera  sulle tracce dell’Arcangelo Michele.

Il percorso attraversa borghi medievali, città storiche e paesaggi indimenticabili, offrendo un’esperienza unica di scoperta e spiritualità.

LUNIGIANA

A Pontremoli si deve visitare il Castello di Piagnaro dove troviamo molte delle statue stele, pietre in arenaria dalla forma antropomorfa, eredità preistorica e protostorica ancora avvolte nel mistero, rinvenute in tutta la Lunigiana. Nella chiesa dedicata a San Pietro, alla fine di Via Malaspina, da visitare  il labirinto di S.Pietro, ammirato da migliaia di pellegrini che da qui son passati. Il sito originario del labirinto è andato distrutto, ma la pietra in arenaria conserva intatta la sua bellezza. Simbolo del cammino che ogni credente deve fare per raggiungere la vita eterna, la pietra è completata da due figure a cavallo poste in alto, un Uroboro, un serpente che si mangia la coda, simbolo dell’infinito, e un cristogramma “IHS” (probabilmente di epoca successiva) al centro. Sotto una scritta in latino che tradotta significa all’incirca “Affrettatevi per fare vostro il premio”.

Da Pontremoli si percorre un tratto di Francigena che abbandoniamo dopo pochi chilometri. Questa è la Via del Volto Santo che prima sale in Lunigiana fino ai metri del Passo e poi scende in  Garfagnana per raggiungere Lucca senza passare per la costa veramente troppo antropizzata (come fa la Francigena). 

Via del Volto Santo: le tappe in Lunigiana

Tanti i luoghi ricchi di storia, come Ceretoli con il suo celebre labirinto, da poco ritrovato, e la chiesa di San Giovanni Battista, a Filattiera, dove si trova il bellissimo Volto Santo di Dobbiana.

Qui il Volto Santo ci racconta di come, appena arrivato a Luni, venne conteso tra questa città e Lucca.

Il cammino prosegue lungo alcuni saliscendi fino ad arrivare a Bagnone, borgo ricco di storia e tradizioni, difeso dal castello che dalla sua sommità sorveglia la valle.

Si attraversano poi Castiglione del Terziere, Monti e Pontebosio, borghi ricchi di leggende e storie, protetti da antichi castelli.

Si arriva infine a Fivizzano borgo accogliente con la sua piazza centenaria, il Museo della Stampa, il museo di San Giovanni e appena fuori dal centro il castello della Verrucola de’ Bosi, roccaforte di Spinetta Malaspina e centro politico dell’epoca.

Ancora qualche chilometro di Lunigiana, per Turlago, Reusa e Regnano della cui importanza storica sottolinea il detto “Chi governa Pontremoli e Regnana è signor di Lunigiana”. Poi si sale per il territorio di Casola in Lunigiana al Passo di Tea a m. 950, dove troveremo i ruderi dell’antico Spedale di S. Nicolao di Tea, sec. XI-XII-XIII che  era ancora attivo alla fine del Quattrocento.Poco più avanti il Passo  di Carpinelli.

GARFAGNANA

Dal Passo si scende in Garfagnana per raggiungere la chiesa e il Ponte di San Michele sul Serchio Bianco per scendere poi lungo uno stradino medievale corredato di stretti ponti fino a Piazza al Serchio per poi risalire ad un’altra Fortezza delle Verrucole questa volta a guardia di San Romano in Garfagnana e riscendere al Lago di Patecasi e arrivare finalmente a Castelnuovo Garfagnana borgo di grande importanza nella Valle con interessanti siti da visitare. Si scende ancora cambiando tra riva destra e sinistra del Serchio fino alla chiesa di Santa Maria Maddalena a Gallicano da dove si può allungare verso Barga (cantata dal Pascoli) o scendere più brevemente a Borgo a Mozzano dove passiamo sopra l’antico e ardito Ponte del Diavolo. Siamo ormai alla fine del percorso che da Ponte a Moriano, sempre lungo il Serchio ci porterà a Lucca dove l’arrivo sarà alla bellissima chiesa di San Michele in Foro la più antica nel centro della città.

DA LUCCA A PISA E POI VOLTERRA SAN GALGANO SASSOFORTINO CON DUE VARIANTI PER ARRIVARE A SATURNIA E COMPLETARE IL PERCORSO TOSCANO  DOPO PITIGLIANO ALLE SORGENTI DELLA NOVA

Ripartiamo dalla Chiesa di San Michele in Foro nel centro di Lucca e utilizzando il tracciato della Via di San Jacopo (Firenze- Livorno) arriviamo prima ad una chiesetta di San Michele Arcangelo di Meati e poi, dopo 11 km alle pendici del monte che divide Lucca da Pisa,  a Ripafratta una delle fortificazioni che ricordano i difficili rapporti tra le due città nel medioevo. Per le bici un più lungo, ma più comodo percorso sulla ciclovia del Serchio fino a Ripafratta. Da Ripafratta ci sono altri 7 km per arrivare alla Chiesa di San Michele a Ponte a Serchio. E poi altri 7 per arrivare alle porte di Pisa al passaggio a livello di via di Gagno da dove si prende la ciclovia che arriva fino dentro la città per attraversare, sotto la Torre Pendente, il Prato dei Miracoli, (senza dimenticare i tre bassorilievi di San Michele sulla Porta nord del Battistero)  poi il centro della città lungo il tragitto dei pellegrini si passa davanti a San Frediano con sulla facciata una invocazione in caratteri longobardi a San Michele. Arriviamo poi alla chiesa di San Michele in Borgo ( di fondazione longobarda) per arrivare infine alla periferica, ma preziosa e antica, chiesa di San Michele degli Scalzi. (Prima fondazione nel 1025. Poi Il convento annesso alla chiesa venne assegnato nel 1178 alla congregazione dei monaci benedettini bizantino-pugliesi di Santa Maria di Pulsano sul Gargano vicino a Monte Sant’Angelo, noti come “monaci pulsanesi” e detti “gli scalzi”.vedi su MITO E CULTO: I Pulsanesi scalzi e Santa Bona) dove è possibile ospitalità pellegrina.

La tappa successiva che parte dagli Scalzi segue l’Arno con una nuovissima ciclabile fino a Caprona da dove è possibile raggiungere la splendida  Certosa di Calci, importante complesso monumentale proprio sotto la vetta del Monte Pisano, dove, insieme alle vestigia di un’antica fortezza, la Verruca, ci sono anche i resti di una chiesa di San Michele.

Da Calci a Caprona ci sono 3 km e mezzo poi, attraversato l’Arno, si prosegue nella piana dove per chi dopo tanto passato si vuole immergere nel futuro c’è il Centro Europeo che studia le particelle gravitazionali, uno dei tre più importanti al mondo. 

Si prosegue poi verso Crespina, vestigia michelite a testimonianza del passaggio di pellegrini. Da tempo immemorabile esiste a Crespina  una chiesa con il culto di San Michele. La prima edificazione risale probabilmente all’VIII secolo, e  già dall’anno 1000 era diventata un importante punto di riferimento. Fra i numerosi ampliamenti e interventi, quello alla fine del ‘700 vide la realizzazione di un imponente  affresco dell’Arcangelo da parte di Giovan Battista Tempesti. La chiesa è in restauro dal 2014.

Sulle colline che furono prima etrusco-romane poi di confine tra Longobardi e Bizantini ed infine contese tra Pisa e Firenze, si passa da Sant’Ermo sotto il  Santuario della Madonna dei Monti e da Casciana Terme. Il sentiero della Via dell’Acqua porterà a Terricciola, ampi panorami, bei palazzi e importanti chiese (il Santuario della Madonna di Monterosso), e dove è possibile ammirare l’urna etrusca di “Atteone sbranato dai cani” (incastonata dal locale parroco nel ‘700 sul muro esterno della canonica della parrocchiale di San Donato) e la collezione di cippi sepolcrali etruschi esposti all’Ipogeo del Belvedere. Seguendo la strada che a suo tempo percorrevano i vescovi-principi volterrani, si scende a La Sterza (con attraversamento dell’omonimo torrente), per poi raggiungere Lajatico dove tra le altre attrattive c’è anche il Teatro del Silenzio di Bocelli. 

Da Lajatico a Montecatini Val di Cecina  attraverso paesaggi primordiali di torrenti, sorgenti e emissioni sulfuree, miniere abbandonate (in parte visitabili), rocche medievali e borghi da fiaba. Da notare i ruderi dei mulini a vento di Orciatico ( gran panorama da cui si vedono contemporaneamente la Verruca sul Monte Pisano, l’isola d’Elba e Volterra) La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo di Orciatico fu eretta agli inizi del XVI secolo in aggiunta ad un’altra molto più antica posta all’interno del castello e dedicata anch’essa a San Michele. Si prosegue tra le miniere di rame di Caporciano (un tempo le più importanti d’Europa) e si può ammirare, svettante da un enorme masso di alberese, immersa in un mare verde di boschi, la fiabesca Rocca di Pietracassa, posta da secoli a guardia della via Maremmana della valle della Sterza. Per chi avesse fretta da Lajatico si può prendere una via più breve per Volterra. 

Da Montecatini Val di Cecina il paesaggio cambia ancora con seminativi estensivi e il cammino ci conduce al “Campo Romano”, che la tradizione collega con un lungo assedio che Roma pose a Volterra all’inizio del III sec. a.C., quando la città (alla guida – secondo Tito Livio – della resistenza delle ultime città-stato libere dell’Etruria del Nord) ottenne un dignitoso ingresso nel consesso degli stati federati romani.

A Volterra  è necessario un supplemento di tempo per visitare le molte attrattive della città.

Da Volterra si scende fino al fiume Cecina per poi  risalire a Pomarance dove comincia il territorio di maggiore presenza geotermica. 

Da Pomarance si passa sotto le rovine dell’eremo di San Michele alle Formiche (con un interessante struttura termale medievale) per  raggiungere prima Larderello (il centro della geotermia nazionale) e poi Castelnuovo Val di Cecina da dove è necessario decidere se si prende la via del Castello di Fosine  per raggiungere  San Galgano e permettere la visita all’Abbazia della  Spada nella Roccia con la possibilità di raggiungere anche l’Eremo di Montesiepi ricco di storia e di riferimenti a San Michele oppure scegliere la via che attraverso Sasso Pisano e le fumarole delle Biancane di Montieri ci porta a Massa Marittima.

In entrambi i casi i percorsi si ricollegano alla medioevale Cripta di Giugnano, uno passando da Sassofortino (con chiesa di San Michele Arcangelo) l’altro passando sotto il Castello della Pia dei Tolomei, raccontata da Dante e davanti a Montemassi, la rocca rappresentata in un affresco  nel Palazzo Pubblico di Siena attribuito a Simone Martini. 

Dalla Cripta di Giugnano il percorso resta unico per poco perchè torna a dividersi per una Variante Templare che, attraversata la Tenuta di Paganico, e visitata a Paganico la Chiesa di San Michele Arcangelo (importante punto di arrivo delle maremmane provenienti da Siena)  attraversa l’Ombrone e risale a  Cinigiano e Monticello Amiata  (altre 2  chiese intitolate a San Michele) per poi raggiungere Roccalbegna e da qui scendere su un’antica Via del Sale fino a Rocchette di Fazio (con Ospitale Templare) per poi, dal Puntone (Necropoli Etrusca ) e attraversando l’Albegna, arrivare a  Saturnia fino alla Porta Clodia dove si incontra di nuovo il percorso dell’Antica Via Clodia che da Roselle attraversa l’Ombrone a Istia e arriva a saturnia passando per Scansano patria del Morellino.

Da Saturnia a Sovana il percorso del Cammino e della Clodia passano per Poggio Murelle e sotto San Martino del Fiora e attraversano il Fiora alla necropoli Ildebranda fino alla grande Chiesa di San Pietro a Sovana patria del più importante Papa del medioevo: Gregorio VII.

Da Sovana su una affascinante  via cava  si raggiunge Pitigliano (anche qui c’è una piccola chiesa sconsacrata di San Michele oltre all’interessante Ghetto Ebraico).

Dopo Pitigliano con altra via cava  il percorso toscano di San Michele arriva in Lazio alle Sorgenti della Nova con gli insediamenti Villanoviani.

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