Contaminato da diverse culture che nei secoli ne costruiranno l’identità, il Gargano ha da sempre una sacralità forte e ancestrale. Racchiude in sé la storia dei tanti popoli che passeranno su questo promontorio e che decideranno, in alcuni casi, di scegliere questa terra come loro patria e Siponto come loro città.

Siponto, porto commerciale che collega l’occidente con l’oriente, fino al 194 d.c  sarà terra Dauna e ospiterà la prime comunità Ebraiche e Armene, ancora tutte da studiare.

Tracce dei loro insediamenti, del loro vissuto, del loro credo, le possiamo rintracciare nelle architetture che disegnano la “skyline” della Siponto antica che man mano emerge dagli scavi, dalle due Basiliche che costituiscono il patrimonio Romanico-Pugliese della città, Santa Maria di Siponto e San Leonardo in Lama Volara (erette grazie a maestranze Armene), dai Commenti ai Sacri testi Ebraici che raccontano la storia di una comunità Ebraica viva, profondamente legata al suo credo, grazie ai Rabbini che inizieranno man mano le traduzioni dell’AnticoTestamento per renderle fruibili alle comunità del luogo ed i commenti al Talmud, fino alla fondazione della prima scuola di studi talmudici.

Origini delle comunità ebraiche e armene in Puglia

La loro presenza è attestata sin dai tempi apostolici e la comunità ebraica diverrà la più importante e toccherà tutto il territorio pugliese fino a Trani e San Nicandro Garganico, comunità ebraica caratterizzata da forte presenza femminile. 

La comunità ebraica Sipontina si fonderà con la prima comunità Cristiana riuscendo a far convivere in armonia entrambi i culti come vedremo nel più importante episodio legato a San Lorenzo Majorano e al proprietario terriero gargano, Elvio Emanuele, di origini ebraiche. 

Si narra inoltre che S. Pietro approderà sulle coste Sipontine in un viaggio che lo porterà fino al monte Michele, trovandone plausibile testimonianza all’ingresso della primitiva Basilica (oggi presso la galleria lapidaria dei Musei Teecum) con una porta dedicata a lui e a San Paolo e, che sarà lo stesso Pietro a scegliere il primo vescovo di Siponto, Giustino.

Non possiamo quindi non considerare la possibilità  che il culto angelico e la figura di San Michele siano giunti in terra Dauna grazie alla presenza degli Ebrei di Terra Santa e di Alessandria d’Egitto dove San Michele era già venerato e, al tempo stesso, la comunità Armena ne abbia sviluppato ulteriormente il culto in quanto conosceva molto bene la devozione angelica ed il culto dedicato ai Tre Arcangeli, Michael – Gabriel – Raphael e quest’ultimo verrà scolpito su uno dei portali di San Leonardo in Lama volara ad indicare il Monte di Michele ad un pellegrino penitente.

Doveroso ricordare che una delle più antiche chiese dedicate a San Michele a Gerusalemme è nel quartiere Armeno e gestita da una comunità Ortodossa così come la cappella dedicata all’Arcangelo accanto alla Basilica del Santo Sepolcro.

Lo sviluppo delle comunità 

Agli inizi dell’XI secolo un gruppo di giovani della comunità ebraica di Siponto partirà per Pumbedita, sulle rive del Tigri, per seguire le lezioni di rabbi Hai Gaon, al ritorno fonderanno una scuola di studi talmudici che nel tempo darà i natali a importanti Rabbini che consegneranno preziosi commenti ai testi sacri.

L’ultima notizia sugli ebrei di Siponto riguarda la conversione al Cristianesimo, insieme alla famiglia, di un certo Leucio. Per lui nel 1220 papa Onorio III chiese al priore del monastero di S. Leonardo in Lama Volara la concessione del sussidio annuale di un’oncia, per evitare che il neofita “staccata la mano dall’aratro, fosse costretto a guardare indietro, a ignominia del nome cristiano”.

Intorno al X Secolo la comunità Armena sarà  attestata in una zona tra Manfredonia e Foggia :  Casale  Faziosi.  Gli Armeni abili teologi e costruttori saranno i veri architetti delle prime chiese Cristiane. Rispetteranno i luoghi, le simbologie bibliche, le geometrie sacre, costruendo strutture quadrate che rimandando al numero quattro, legato ai quattro elementi presenti in natura ed alla perfezione del cosmo. Diverranno precursori delle volte a cupola che oggi possiamo ancora osservare intatte in entrambi i complessi a Siponto.

Il popolo Armeno, perseguitato quanto il popolo ebraico, seminerà cultura, religiosità e spiritualità cristiana.

La città di Siponto verrà contesa fra Romani, Bizantini e Longobardi fino all’occupazione Normanna nel 1039. Verrà parzialmente distrutta nel 1223 da un terremoto e, nel 1256, per ordine del Re Manfredi di Svevia, il centro abitato per la sicurezza dei cittadini e delle attività verrà spostato verso l’interno edificando l’attuale Manfredonia, che da Manfredi prenderà il nome.

Elvio Emanuele, l’Ebreo scelto da San Michele  

Dal 465 Siponto era attestata come sede vescovile ma priva di vescovo.  L’imperatore Zenone (476- 491) sceglierà Lorenzo Majorano che approderà nel 490 sulle coste Sipontine portando con sé l’Icona della Madonna delle Grazie, attualmente conservata presso la Cattedrale di Manfredonia.

Sappiamo che poco dopo il suo arrivo avverrà la prima apparizione dell’Arcangelo a seguito di un episodio legato a una grotta, a un toro, a un proprietario terriero di origine ebraica.

Sappiamo di un toro smarrito e ritrovato dopo alcuni giorni all’ingresso di un antro. Sappiamo che il proprietario scaglia una freccia verso il toro che però torna indietro, colpisce il proprietario e che, a seguito dell’avvenimento, si informa subito il Vescovo Lorenzo. Lorenzo induce tre giorni di digiuno e preghiera per avere chiarezza dell’accaduto. Sogna una prima volta Michele ma non ritenendo il sogno veritiero non sale sul Monte che gli viene indicato pensando sia un inganno della sua mente.

Sogna ancora Michele e stavolta decide di salire sul Monte Drion e fare quanto richiesto dall’Arcangelo trovando la grotta consacrata dal Divino. Celebrerà  il sacro rito come richiesto dall’Arcangelo convertendo un luogo di culto Pagano a luogo di culto Cristiano.

Il luogo e il culto dal quel momento diviene aperto a tutti i ceti sociali, soprattutto a pastori, agricoltori, poveri, ammalati, i più restii ad affidarsi alla nuova religione e faranno dell’Arcangelo Michele il loro punto di riferimento; primo passo verso la conversione al cristianesimo convinti dalle apparizioni, dalla consacrazione celeste della Grotta ,dalle guarigioni operate dal Santo con l’acqua che sgorga dalla roccia all’interno dell’Antro Sacro. 

Il primo pellegrinaggio verso la Grotta Garganica è attestato nel 492 e grazie a San Lorenzo Majorano si avvierà un cammino di fede e speranza che mai si interromperà nel corso dei secoli divenendo  un pellegrinaggio per uomini e donne dove il contatto del terrestre si fonda con il contatto celeste.

Monte Sant’Angelo con Santiago de Compostela e Roma diventa tappa fondamentale prima dell’arrivo a Gerusalemme nel cammino che sarà definito HOMOANGELUSDEUS.