San Colombano, Abate, Missionario, fondatore di Monasteri e Chiese in terra d’Irlanda ed in tutta Europa, Santo non convenzionale come spesso accade agli eremiti.

Conosciuto come Colombano di Luxeuil, come San Colombano di Bobbio o, san Columba il Vecchio ma, più noto in gaelico come Colum, e’ stato un viaggiatore in costante peregrinatio con la spiccata attitudine all’instancabile evangelizzazione.

Nasce a Navan tra il 540 e il 543 nell’Irlanda centro-orientale e già nella pancia della mamma fa parlare di sé. Secondo una leggenda, scritta in una delle sue agiografie, mentre la giovane era in attesa di Colombano, vide un sole uscire dal suo seno per recare al mondo una grande luce. I presupposti sin da lì erano ottimi .

A quindici anni decide di farsi monaco senza la benedizione materna. Abbandona quindi la famiglia e si reca al monastero di Clinish Island, sull’isola di Cleen dove viene accolto dall’abate Sinneill. 

Ma fu nel Monastero di Bangor (Irlanda del Nord), sotto la guida dell’abate Cumgall, che impara una stretta disciplina ascetica e, secondo la tradizione monastica irlandese, più avanti nella sua vita, decide di partire per fondare altri monasteri e diffondere la fede cristiana in un viaggio che durerà 25 anni attraverso tutta l’Europa per finire in Italia.

 

Nel 590 all’età di 50 anni dunque si imbarca con i “suoi 12 fratelli “, tra questi: Gall (san Gallo), Cominin, Eunuch, Potentino, Colum (Colomba il giovane), Deslo, Luan, Aide, Caldwell.

    

Visitano l’isola di Man e l’isola di San Patrizio che si narra custodisca il corpo di Giuseppe di Arimatea.

 

Sbarca quindi in Cornovaglia e fa una breve tappa presso Saint Michaels Mount già visitata da San Patrizio con Santa Brigida nel V secolo.

Si sposta a Glastonbury prima di arrivare a Mont Malo (che 200 anni dopo, nel 700, a seguito dell’apparizione di San Michele al vescovo Aubert, diverrà Mont Saint Michel. Sull’isola verrà posta una croce a memoria del suo passaggio, simbolo che troveremo in ogni luogo in cui Colombano fa tappa. E’ il primo passo per l’evangelizzazione dei luoghi. 

Si reca poi a Rouen, Noyon e Reims e grazie alle concessioni del re fonda tre monasteri. Ad Annegray san Colombano e i suoi “12 ” riadattano un antico castello diroccato edificando un monastero con chiesa annessa dedicandola a San Martino di Tours, cavaliere di San Michele, siamo nel 590/592.

Come sarà per gli ordini monastici che verranno in seguito, i monasteri entrano in conflitto agli inizi del VII secolo ma non tra di loro bensì con l’episcopato francese.

Colombano vuole seguire le tradizioni della propria terra di origine e, per questo motivo, entra in rotta di collisione con il re merovingio della Burgundia, Teodorico II che nel 609 lo arresta e lo fa incarcerare a Besançon, da dove però fugge per tornare a Luxeuil. 

Nuovamente arrestato nel 610 viene condotto in barca verso Nantes, da dove avrebbe dovuto rientrare per mare verso l’Irlanda con ” i suoi 12 ” ma la leggenda narra che  giunti nei pressi di Tours gli sia stato negato dai soldati il permesso di visitare la tomba di San Martino, Colombano prega, il battello di impiglia e così riesce a fare visita alla tomba del Santo, ma viene nuovamente arrestato.

Fugge e riparte nel 611 e tocca città come Coblenza, Magonza, Strasburgo, Basilea e Costanza. Il Re lo invita ad evangelizzare e convertire le terre dei Sassoni e degli Alemanni,ancora pagane, finché nel 612 decide di “scendere” verso Roma per ottenere l’approvazione della propria regola da parte del papa Bonifacio IV.

Giunto a Pavia Colombano viene invitato alla corte longobarda.

Re Agilulfo e la Regina Teodolinda conoscevano la fama che accompagnava Colombano e decidono quindi di ospitarlo. 

Nel pranzo di benvenuto Colombano opererà il primo miracolo in terra d’Italia

Non potendo mangiare carne, ma non volendo rifiutare il pranzo decide di benedire le pietanze  (si rimanda per il miracolo al capitolo di Teodolinda  link) che si trasformeranno in colombe. Siamo in periodo di quaresima e si narra che la tradizione tutta Italiana della colomba pasquale derivi da questo Miracolo.

Questo episodio colpi’ tanto la Regina da cui ottenne le terre per  fondare un nuovo centro di vita monastica, il Monastero di Bobbio, ma gli verrà concessa anche la vetta del Monte Penice che la stessa Teodolinda esamina di persona chiedendo a Colombano di dedicare un tempio alla Madre di Dio, l’attuale Santa Maria in Monte Penice. 

Colombano giungerà a Bobbio nell’autunno del 614 con il discepolo Attala riparando l’antica chiesa di San Pietro che troverà nel terreno concesso ridotta a rudere ed oggi rintracciabile nel castello Malaspiniano. Costruirà al fianco della chiesa la prima struttura che avrebbe ospitato il nucleo centrale dell’Abbazia. Secondo leggende agiografiche, nonostante la difficoltà del terreno coperto da fitta boscaglia, il santo con una forza pari a 40 uomini spostò il materiale che occorreva alla fondazione con estrema facilità. 

 

Si narra inoltre dell’episodio dell’orso e del bue, raffigurati spesso nell’arte sempre vicini al Santo:” Un orso uscito dalla foresta avrebbe ucciso uno dei buoi aggiogato all’aratro di un contadino, Colombano avrebbe convinto l’orso a lasciarsi aggiogare a sua volta  per terminare il lavoro al posto del bue”. 

 

Nella quaresima del 615 Colombano si ritirò nell’eremo di San Michele a Coli ( Link Coli – Eremo di Coli – e la spelonca di San Michele )  non lontano da Bobbio, lasciando il monastero nelle mani di Attala e tornando solo la domenica. Colombano morì all’età di 75 anni, la domenica 23 novembre 615. Gli succedette Attala (615-627) e la sua tomba si trova tuttora nella cripta dell’Abbazia insieme a quelle degli abati suoi successori (Attala, Bertulfo, Bobuleno e Cumiano e di altri diciotto monaci e di tre monache.  [wikipedia]

Giona o Jonas, monaco nell’Abbazia, venne incaricato dall’Abate Attala di scrivere una biografia del santo,  fonte principale delle vicende della sua vita. Correva l’anno 640 e lo stesso Giona sara’ protagonista di un piccolo miracolo avvenuto per merito di San Michele e forse anche di San Colombano Jonas di Bobbio