Facciamo dunque un incursione nella vita di Jonas da Bobbio, primo biografo ufficiale di San Colombano, che non potevamo non considerare poiché San Michele interverrà anche nella sua vita.

 

Jonas nasce a Susa nel 600 e già nel 618 decide di partire per  per raggiungere Bobbio la cui fama ha valicato i confini emiliani per intraprendere il percorso monastico.

Arriva all’Abbazia tre anni dopo la morte del fondatore ed il suo successore,l’Abate Attala, nota il livello di cultura del giovane scegliendolo come segretario personale e condividendo le sue capacità con Bertulfo, suo braccio destro.

 

Sin da subito gli strappano una promessa che dovranno ricordargli nel 639 durante un breve soggiorno presso l’Abbazia. Essendo stati molto vicini al fondatore gli chiedono di raccogliere i loro ricordi legati alla vita di San Colombano e trascrivere nero su bianco le sue gesta, cosa che avverrà nel 640 perché prima dovrà viaggiare e scrivere tante altre vite di Abati e Badesse .

 

Ma l’episodio che più lega Jonas a San Michele accade nel Marzo del 625. Dopo 9 anni di onorato servizio in Abbazia chiede ed ottiene dall’Abate Attala di tornare a casa per salutare la madre.

Il giovane uomo intraprende il viaggio che dura una decina di giorni all’andata ma il soggiorno a Susa durerà solo un giorno ed una notte a seguito di  un attacco di Febbre ” ispirato da San Michele “ e accompagnato da una visione.

C’è chi dice abbia visto il Santo – chi dice un Angelo del Signore, che mostra l’Abate Attala malato e morente. Parte quindi per fare rientro a Bobbio senza sostare, senza mangiare, senza riposare  né bere. Arriva in 5 giorni giusto in tempo per vedere un’ultima volta l’Abate in vita.

Nel 628 accompagna Bertulfo, successore di Attala, a Roma. Al rientro viene inviato nel Nord della Francia e poi in Belgio per la conversione dei pagani. Inizierà qui la sua carriera da scrittore biografo della congregazione partendo dalla Vita di Eustachio, Abate di Luxeuil, anno 629. Scriverà poi Vita della Badessa Burgundofara di Evoriac. Seguiranno poi  La “Vita di Santa Fara” principalmente un      testo legato ad eventi miracolosi che si presume siano accaduti durante la sua presenza ad Evoriac. 

 

Ed infine dedichera’ un testo a Sant’Attala e Bertulfo prima di arrivare alla stesura della “Vita di San Colombano” tra il 640 e il 643, la sua opera principale.

Si tratta di uno scritto dettagliato sulle corrette pratiche da applicare per il Cristianesimo seguendo la”Regola di Colombano” e sugli eventi accaduti al Santo spiegando che i suoi scritti sono racconti di chi aveva conosciuto Colombano  in prima persona. E’ grazie a Jonas se ad oggi disponiamo della Storia di San Colombano, il Santo che ha cristianizzato l’Europa.

Papa Benedetto XVI  definirà San Colombano  “Il santo europeo” e lo stesso  Colombano scrive in una lettera missiva che “Gli Europei devono essere un unico popolo, un corpo solo che viene unito da radici cristiane in cui le barriere etniche e culturali vanno abbattute”