Il complesso Abbaziale fu costruito da San Colombano a partire dal 614 per concessione della Regina Teodolinda su un territorio di 4 miglia dove era già presente una piccola chiesa di San Pietro, ridotta a ruderi.Il “Santo luogo ” costruito da Colombano sarà uno dei centri monastici più importanti d’Italia, secondo solo a Montecassino, ed il merito sarà dei monaci che si susseguiranno nella gestione dell’abbazia, inizialmente sotto la regola di San Colombano e successivamente sotto la regola Benedettina.

   

Con il sostegno del Re e della Regina, che concedono oltre al territorio anche  metà degli introiti delle Saline, i lavori di costruzione e la gestione dell’Abbazia vennero finanziati con le donazioni che i nobili ed il popolo concedevano al momento della conversione e in tempi successivi.  Teodolinda attua un programma di conversione “uniforme” di Longobardi verso il Cristianesimo. 

Il Monaco è la sua chiave per evangelizzare il popolo e Teodolinda sarà la chiave per fondare in Italia diversi monasteri con la Regola di San Colombano. 

 

L’Abbazia di Bobbio, come Montecassino, fin dalla sua fondazione divenne centro di studi e formazione dei giovani monaci grazie ad una della più importanti biblioteche del medioevo che comprendeva più di  700 codici e, in fase successiva, 25 dei 150 manoscritti più antichi della letteratura latina esistenti. 

Colombano aveva portato con sé dall’Irlanda scritti di cui egli stesso era autore ed alcune copie della Regola che riproduce nello scriptorium abbaziale a beneficio dei futuri monasteri e di alcuni nobili di Corte.

 

Non dobbiamo dimenticare che Colombano era sceso in Italia per consegnare la sua Regola a Papa Gregorio Magno e per riceverne l’approvazione anche se non sarà lui a recarsi a Roma.

L’Abbazia di Bobbio sarà punto di riferimento per tutti i monasteri in Italia ed in Europa. Nel 1456 verrà costruito l’edificio attuale in stile rinascimentale. 

 

Singolari, ed ancora leggibili, sono le scritte all’interno della chiesa che diversi studiosi hanno collegato al brano dell’evangelista Giovanni 6.63: “È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho detto sono spirito e vita”. 

 

Troviamo poi una singolare scritta che spesso ritroviamo in altri santuari Italiani ed in particolare sopra il portale di accesso del Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, che era monito per i cavalieri templari: 

Terribilis est locus isteTerribile e’ questo luogo che sta ad indicare un luogo sacro, mistico e misterioso. E che a Monte Sant’Angelo si completa così – Hic domus dei et porta Coeli – questa è la casa di Dio e la porta del Cielo – la stessa frase che il patriarca Giacobbe (Genesi, 28; 17) dice dopo la visione della scala angelica a Beth-El.

Il complesso nel suo insieme e’ un’opera ispirata dal Divino per il Divino ma purtroppo, come spesso accade negli ordini monastici, seguiranno nel tempo discussioni, successioni, cambio ordini e fasi di assestamento .

La comunità dei monaci dell’Ordine di San Colombano verrà sciolta a Bobbio da Papa Niccolò V il 30 settembre 1448 e, successivamente nel monastero subentrano i monaci benedettini della Congregazione di Santa Giustina di Padova.

 

Nel 1803, le truppe napoleoniche confiscano l’Abbazia e ancora oggi una parte è sede dei musei nati nel 1963 dove anticamente aveva sede lo Scriptorium di Bobbio e la sua Biblioteca mentre una seconda parte e’ sede di una scuola media statale.

La chiesa dove riposano San Colombano, il suo successore Attala e gli altri rettori è chiesa parrocchiale .

Colombano e l’Arca del Miracolo

Nel luglio del 929 si rende necessario proteggere l’arca con il corpo di San Colombano, nel monastero di Bobbio, dalle mire espansionistiche del Vescovo di Piacenza, Guido.

Fu un breve spostamento, ma dal carattere miracoloso. Il percorso era stato studiato nei minimi dettagli per toccare tutte le terre attorno al monastero. 

Troviamo traccia dei prodigi dell’arca nei Miracula sancti Columbani redatto nel X secolo da un monaco bobbiese. Si racconta di miracoli avvenuti al passaggio dell’arca sacra ma soprattutto della guarigione miracolosa avvenuta in S. Michele Maggiore  di Lotario figlio di Re Ugo, colpito da forti febbri. 

A conferma delle cattive intenzioni del Vescovo piacentino Guido e dell’appropriazione indebita di alcuni beni del monastero venne chiesta prova di innocenza. il rifiuto, da parte del vescovo, di bere dalla coppa del Santo e la sua fuga improvvisa non lasciarono dubbi sulle cattive intenzioni.

L’arca sostò per una settimana completa e fece ritorno presso l’Abbazia di San Colombano non senza ulteriori miracoli lungo il percorso.