Graduale di San Domenico – San Michele Arcangelo – Beato Angelico

Nel 1400, l’Italia vive una fase di rinnovamento con Umanesimo e Rinascimento. Lo studio dei testi classici, latini e greci porta l’uomo a vedersi come la più perfetta tra le creature di Dio che può influire sul proprio destino e crede ci sia un rapporto tra mondo lunare, sublunare e terrestre.

Si studia l’astronomia, l’alchimia, la scienza. Gli Arcangeli trovano spazio in molti testi “psicomagici” derivanti da traduzioni di testi sacri, più o meno corrette. Michele sarà visto come il grande SAR, Il principe, il protettore, non più appannaggio delle famiglie nobili tornando a vivere nel tessuto popolare, nella quotidianità. Verranno composte invocazioni per chiedere la sua intercessione, piccole pergamene di protezione da portare arrotolate nelle camicie e torna da un antico passato l’utilizzo di amuleti. Gli Arcangeli ora sono collegati ai moti planetari e, le donne più colte avranno accesso ai testi riacquistando uno spazio spezzato nel medioevo.     

Tre Arcangeli con Tobia – Francesco Botticini 1470 – Galleria degli Uffizi – Firenze

San Michele nel Rinascimento

Con il Rinascimento la visione dell’essere umano cambia nuovamente. Firenze, capitale del movimento, già con gli studi umanistici e neoplatonici del primo ‘400 e con la conclusione -nel 1439 – del processo di riunificazione tra le Chiese d’Oriente e di Occidente, nel Concilio patrocinato da Cosimo il Vecchio, diventa la città più importante d’Italia e d’Europa e sarà il centro di movimenti, arti, talenti, corporazioni ed associazioni ( queste ultime aperte a pochi). Si riscopre la centralità dell’uomo finalmente artefice del proprio destino.

Cosimo il Vecchio – miniatura – bottega del bronzino – Museo degli Uffizi – Firenze 1565/1569

In questa nuova temperie Michele è sempre molto vicino all’essere umano. Veste i panni di colui che guida e severo giudica e, nel ‘500 si delineerà un’iconografia che ben conosciamo: San Michele con la spada e la bilancia.

Si discute dei sacri testi antichi, delle gerarchie angeliche di Dionigi l’Areopagita, si studiano le prime versioni della Bibbia, si confrontano i testi Talmudici che lo descrivono come l’Angelo del Signore e l’Angelo Protettore del popolo di Dio.

Per la Chiesa la sua immagine sarà lo scudo contro tutte quelle donne (considerate “streghe”) capaci di guarire, accudire e di saper utilizzare le erbe, in una lotta più o meno celata che durerà per 300 anni.

San Michele Arcangelo – Guido Reni – 1635 – Santa Maria della Concezione – Chiesa dei Cappuccini – Roma

L’aspetto magico dell’Arcangelo viene messo in discussione e torna il suo ruolo di intercessore per le anime penitenti, di difensore dal male, questa volta affiancato da Maria. Sarà l’inizio di un lento processo che porterà a cambiare il nome di alcune cappelle e chiese. Verranno dedicate a Santi che han camminato nel mondo e soprattutto alla Vergine Madre di Dio. La presenza dell’Arcangelo resta nei dipinti commissionati dal Papa e dalle importanti famiglie del tempo

San Michele dal 1600 al 1854

Nel XVI secolo la Riforma Protestante divide l’Europa: a nord i protestanti a sud i cattolici. San Michele e gli angeli tornano a soccorrere gli esseri umani. Si ripropone il pellegrinaggio verso i santuari Miracolosi”, in grado di concedere la pace dell’anima. Si percorrono di nuovo le antiche vie verso Compostela, la Grotta dell’Angelo ed i Santuari Mariani tra cui spiccano i marsigliesi dedicati a Santa Maria Maddalena. In questo momento Maria Vergine e Maria Maddalena diventano attrici principali nella lotta contro il Male insieme all’Arcangelo Michele.