Nella storia che raccontiamo è emersa una singolare coincidenza, la presenza della Vergine Maria nei luoghi dell’Arcangelo e viceversa spingendoci alla ricerca di una possibile risposta.

Sulle Vie di pellegrinaggio vi sono Grotte, Spechi, Rifugi che nel tempo si trasformano in Cappelle e Chiese Rupestri, edificate dagli stessi pellegrini per Michele e per la Vergine. Divengono luoghi di identificazione frequentati con devozione. Proprio su quelle Vie, ieri come oggi, i pellegrini portano con loro speranze, richieste e suppliche.

Michele e Maria sono tra i primi “santi”, se non gli unici, ad essere sovrapposti sin dai primordi del cristianesimo a divinità pagane dalle quali ereditano il culto assumendone le caratteristiche. Michele sarà Mithra, Apollo, Mercurio, Ercole, Giove Dodoneo e Maria sarà associata alle grandi Dee Madri, talvolta associata a dee specifiche quali: Iside, Hator, Brigit, ma soprattutto Cibele. 

Con l’Arcangelo, Maria, attraversa continenti e secoli arrivando sino a noi. Attraversano la Palestina, Israele, la Frigia, la Turchia, la Grecia, la Francia, la Spagna e soprattutto l’Italia radicandosi in modo importante nel meridione .

Qui si sviluppa specialmente in quelle regioni in cui culti ancestrali sono stati presenti per molto tempo come Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Puglia. Regioni in cui si sovrappongono le antiche vie di transumanza a quelle di pellegrinaggio.

Ma perché Michele e Maria si trovano spesso insieme? Proviamo a collegare i fili.

San Michele appare nel 492 in sogno a San Lorenzo Majorano appena giunto da Costantinopoli. Il vescovo ha portato con sé l’icona della Madonna col Bambino, cui si attribuiscono molti miracoli e ad oggi in originale presso la Cattedrale di Manfredonia che, nel tempo e nelle molte riproduzioni successive, assume il titolo di Madonna delle Grazie o Madonna Nera. Intorno a questa icona si sviluppa una grande devozione popolare che arriva fino ai giorni nostri, fino a San Pio a Lei particolarmente devoto.  

San Lorenzo Majorano sembra essere quindi l’artefice del doppio culto Maria/Michele nel sud Italia. Culto già attivo a Costantinopoli da molto tempo nella basilica dedicata alla Sapienza Divina, Hagia Sophia. In particolare, dal V secolo Pulcheria le edifica una chiesa divenuta poi monastero, in una città in cui il culto dell’Arcangelo Michele era presente sin dai primi secoli.

Nel 542, sempre da Costantinopoli, giunge una nuova icona portata in viaggio da una giovane in fuga dall’imperatore Giustiniano, marito dell’Imperatrice Teodora. La giovane, Artelaide di Benevento, posta sotto la custodia di Michele, affronta il viaggio per raggiungere lo zio Narsete. Dopo molte peripezie approda nel Gargano con l’icona di Maria, Madonna delle Grazie. La giovane si reca al Sacro Monte, ringrazia Michele e decide di proseguire verso Benevento, città posta sotto la protezione dell’Arcangelo e dove l’attendeva lo zio. Città da cui il culto si diffonderà.

La Salus Popoli Romani e San Michele

Ma ciò che è singolare è la scelta dell’icona “Odighitria che parte dalla lontana Turchia, con forte potere taumaturgico e spesso attribuita a San Luca. Icona che ritroveremo a Roma, collocata nelle più importanti chiese. Una, in particolare, sarà portata in processione da San Gregorio Magno nel 590, anno in cui Michele apparirà. La Salus Popoli Romani anche se c’è chi la identifica con altre attualmente presenti in città.

Questo connubio Madonna Nera, o Madonna delle Grazie e San Michele lo troveremo in tutti i santuari dell’Arcangelo. Maria avrà sempre gli stessi attributi ma assumerà talvolta altri “appellativi” e altre forme, come le statue, a voler ricordare che esiste una coesione tra la Donna Celeste ma terrestre , la madre che dà la vita e, l ‘Arcangelo per eccellenza quasi a indicare che dove cammina Michele cammina Maria. Michael diventa così il tutore della Vergine, l’angelo custode alla sua destra, colui che protegge la Madre Di Dio, il Dio che egli stesso ha protetto sin dall’inizio dei tempi.

Il potere taumaturgico di entrambi legati alla cura dell’anima, dei mali del corpo e dell’infertilità ha trovato in Michele e Maria la trasposizione naturale dei culti ancestrali e la loro presenza dà ai fedeli una certa sicurezza: essere nelle mani di Dio. 

In questo tempo Michele è silente ma presente e sempre un passo dietro Maria. Dovremo aspettare il 1912 con le apparizioni di Fatima e la preghiera di Leone XIII che riportano l’Arcangelo in auge e da quel momento coopereranno assieme per il progetto di salvezza.